Grazie alla Fondazione Freddi, al Ducale 32 nuove opere per la restaurata Sala delle Armi

Il percorso di visita della Collezione Freddi presso il Castello di San Giorgio sarà ampliato e arricchito di nuove opere grazie al restauro della Sala delle Armi, cofinanziato dalla Fondazione Romano e Raimonda Freddi. Al primo nucleo di opere, allestito nel 2015 al piano nobile del Castello di San Giorgio, si aggiungono altri capolavori che saranno esposti nella vicina Sala delle Armi, il cui restauro si è da poco concluso. Sono trentadue le opere che integreranno la collezione del mecenate virgiliano già esposta a Palazzo Ducale: tra esse, spiccano alcune opere del pittore settecentesco Giuseppe Bazzani (tre Allegorie), diverse splendide maioliche rinascimentali, vari bronzi – tra cui un Crocifisso di Andrea Alessandri detto il Brescianino – e anche reperti archeologici, tra cui una Kylix apula (recipiente di ceramica) del gruppo di Menzies (340 a.C. circa), che attestano la varietà di interessi del collezionista.

“È un ulteriore e importante passo” spiega il Presidente della Fondazione Freddi, Enzo Tonghini “volto a finalizzare la volontà di Romano e Raimonda: che tutte le opere d’arte rimanessero unite, che fossero collocate in Palazzo Ducale e che fossero visibili ai cittadini mantovani e alla collettività”.

“Questa occasione di collaborazione con la Fondazione” aggiunge il Direttore di Palazzo Ducale, Stefano L’Occaso “consentirà l’esposizione di altre preziose opere già appartenute a Romano Freddi, il quale desiderava fossero esposte al pubblico, ai mantovani, in Palazzo Ducale. Lungimirante mi sembra quindi, per varie ragioni, la scelta di intervenire sulla Sala delle Armi, nella quale è stata effettuata una cerchiatura interna e predisposto un nuovo impianto di climatizzazione. La sala è molto importante: fu ristrutturata nel 1531 per accogliere Margherita Paleologo, in arrivo a Mantova come moglie di Federico II Gonzaga, e nuovamente decorata nel 1549, per il matrimonio tra Francesco III e Caterina d’Austria. Ma reca anche tracce dell’epoca di Isabella d’Este, perché ai suoi anni sono riferibili gli eleganti peducci di volta. In questa sala vorremmo esporre anche il prezioso arazzo di Giulio Romano, con gli Erotes, acquistato dallo Stato lo scorso dicembre, affinché possa dialogare con le opere della Fondazione Freddi. Credo che tutti debbano esprimere gratitudine al comm. Freddi per aver deciso di destinare la sua collezione al Palazzo Ducale, in comodato”.

La Sala delle Armi è stata restaurata con un progetto strutturale dell’ing. Paolo Faccio e per la parte impiantistica dell’arch. Antonio Stevan, con il coordinamento dell’arch. Maria Lucia Masciopinto; ha previsto un complesso intervento di miglioramento strutturale anti-sismico e la realizzazione di un impianto di climatizzazione dell’ambiente a tutela delle delicate e importanti le opere che saranno qui accolte. L’intervento consentirà anche un ampliamento del percorso di visita del Castello, in una sala attualmente chiusa dal sisma del maggio 2012.