Visiteremo il Castello Visconteo costruito per volontà di Galeazzo II Visconti tra il 1360 e il 1365: edificato dunque a stretto giro e in pochi anni, perché già nel 1366 Galeazzo II scriveva a Guido Gonzaga a Mantova per richiedere i migliori pittori in circolazione per poterlo decorare. Le sale conservano preziosi affreschi di età viscontea e sforzesca. Pur essendo deprivato dell’ala settentrionale con la quale la residenza ducale si affacciava sul Parco, congiungendosi così alla Certosa, il Castello mantiene intatta la suggestiva armonia del capolavoro, tra i più insigni dell’architettura tardogotica lombarda. La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro sorge nei pressi del Castello ed è una delle più antiche chiese pavesi risalente al regno dei Goti: conobbe il massimo splendore sotto il re longobardo Liutprando, che trasferì nella capitale del regno dalla Sardegna il corpo di S. Agostino (722 ca.) per sottrarlo alle incursioni saracene. Le spoglie sono conservate in uno scrigno argenteo dell’epoca di Liutprando, posto sotto l’Arca, capolavoro marmoreo scolpito nel 1362 con scene della vita del santo. La basilica divenne celebre, come luogo di culto, per la presenza di sepolcri di personaggi illustri (il filosofo Severino Boezio, il re Liutprando, il dottore della Chiesa S. Agostino) e per esser stata celebrata da Dante (Paradiso X, 128), Boccaccio (novella di Messer Torello da Pavia) e Petrarca. L’intitolazione della chiesa si deve probabilmente all’originaria doratura del soffitto (piano o a capriate lignee) o alla presenza di mosaici a fondo oro nel catino absidale tuttora visibili.
La basilica di San Teodoro è una chiesa di impianto tardo romanico situata nel centro storico di Pavia. Risalente al XII secolo, ospita cicli di affreschi rappresentanti le storie di Sant’Agnese e San Teodoro e due importanti affreschi attribuiti a Bernardino Lanzani con vedute particolareggiate di Pavia del XVI secolo, di cui uno strappato e riportato su tela, un tempo ricopriva il primitivo incompiuto, avente il medesimo soggetto.
L’affresco primitivo riportato alla luce venne realizzato come “singolare ex voto civico” per ringraziare Federico Gonzaga, duca di Mantova, che aveva difeso la città dall’assedio francese nel 1522. Sotto la veduta di Pavia era un cartiglio, andato perduto, che elogiava l’impresa del Gonzaga in versi latini, composti da Mario Equicola, umanista mantovano al seguito di Federico e suo segretario. La cripta ospita l’arca in granito di San Teodoro. Si può inoltre ammirare un mosaico medioevale scoperto nel 1998 durante i lavori per il rifacimento dell’impianto di riscaldamento.
La Certosa di Pavia è il monastero è stato fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti come cappella di famiglia, collegato al castello tramite il Parco Visconteo. La costruzione iniziò il 27 agosto 1396 e fu Gian Galeazzo stesso a porre la prima pietra. La chiesa fu coperta per volere di Francesco Sforza nel 1462, mentre il chiostro grande, costituito da arcate in cotto sostenute da colonne in marmo, venne terminato nel 1472.
Originariamente affidata alla comunità certosina, poi a quella cistercense e, per un breve periodo, anche a quella benedettina, dopo l’unificazione del Regno d’Italia, la Certosa fu dichiarata nel 1866 monumento nazionale e acquisita tra le proprietà del demanio dello Stato italiano, così come tutti i beni artistici ed ecclesiastici in essa contenuti; dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense.
Tra le opere che si possono ammirare è ospitato il celebre Polittico di Pietro Perugino, commissionato dal Duca Ludovico il Moro al famoso pittore umbro nel 1496. Il grande coro in legno intagliato è un’opera d’intarsio rinascimentale, commissionata da Ludovico il Moro che, nel 1486, affidò l’esecuzione a Bartolomeo de Polli, modenese già attivo alla corte di Mantova. Si trova qui la tomba del fondatore della Certosa, Gian Galeazzo Visconti, e le statue giacenti del Duca di Milano Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice d’Este, opera dello scultore rinascimentale Cristoforo Solari detto il Gobbo. All’interno del chiostro piccolo vi è il lavabo in pietra e terracotta, con la rappresentazione della scena della Samaritana al pozzo e sul chiostro grande si affacciano le abitazioni dei monaci. All’interno della adiacente antica Foresteria, edificata tra il 1616 e il 1667, nota anche come Palazzo Ducale, è ospitato il Museo dedicato alle opere d’arte del monastero.
Partenza: ore 7,00 da Piazza Cavallotti – ore 7,10 da Viale Montegrappa
QUOTA SOCI euro 75,00 – QUOTA NON SOCI euro 85,00
La quota comprende il trasporto, i biglietti d’ingresso e le visite guidate. Pranzo escluso (prossimamente daremo comunicazioni e informazioni per chi volesse aderire a un pranzo di gruppo).
Gruppo max. 25 persone!
E’ richiesta la prenotazione con tassativa conferm adi partecipazione e versamento della quota entro il 22 febbraio con bonifico bancario sul c/c intestato alla Società per il Palazzo Ducale di Mantova IBAN IT42P0103011509000004918265 con causale “Pagamento quota per viaggio a Pavia + Nome e Cognome”. Prenotazioni alla Segreteria – Patrizia Chevez Gobio Casali – scrivendo un’email a segreteria@societapalazzoducalemantova.com oppure un messaggio Whatsapp al numero 327 1161616